Finisce l’anno, le agevolazioni possibili per l’impresa che dona

Se gestisci un’impresa, a fine anno sei alle prese con la chiusura di bilancio e questo è il momento migliore per pensare alle donazioni. Ecco allora alcune informazioni che ti possono essere utili per fare qualche valutazione e per donare, perché l’impresa che effettua donazioni di denaro o beni a enti del Terzo settore si vede riconosciuti dal Legislatore alcuni benefit e agevolazioni.

 

Donazioni

 

La donazione (o erogazione liberale) è quall’atto caratterizzato dal così detto “animus donandi”, quindi la volontà dell’impresa di sostenere un progetto non profit o l’attività di interesse generale dell’ente, senza ricevere alcunchè in cambio.

 

È cosa differente dalla sponsorizzazione, che consiste in un accordo di scambio di prestazioni ben definite tra le parti, da un lato un contributo e dall’altro una qualche visbilità pubblica concordata. Non configura infatti come una donazione, ma si annovera tra le attività commerciali che un’impresa può eventualmente svolgere con un ente del Terzo settore.

 

Una società può donare beni o denaro a un ente del Terzo settore e ha diritto alla deduzione dell’importo donato dal reddito nei limiti del 10% del reddito complessivo dichiarato. Se la deduzione è di ammontare superiore al reddito, non si perde il resto della deduzione, ma si può portare quanto non utilizzato in aumento dell’importo deducibile negli anni seguenti fino al quarto successivo alla prima dichiarazione.

 

Nel caso di donazioni in denaro, gli unici vincoli sono quelli di accertarsi che l’ente non profit che riceve la donazione sia un ente del Terzo settore (ETS) e che la donazione venga effettuata tramite un intermediario, pertanto banca, posta o comunque altri mezzi tracciabili, ma non in contanti.

 

 

Donazioni di beni

 

Nel caso di donazione di beni, invece, sarà necessario valorizzare il bene donato, al fine di applicare poi la deduzione vista: il criterio generale è quello del valore “normale” del bene donato, facendo riferimento quindi a beni della stessa specie o similari. Quando il valore della donazione di un singolo bene è superiore a 30.000 Euro oppure nel caso in cui sia impossibile determinarne il valore, il donatore dovrà farsi rilasciare, non oltre novanta giorni prima della donazione, una perizia giurata che attesti il valore del bene donato. L’ente che riceve la donazione, così come per le donazioni in denaro, rilascerà una ricevuta. Per tutte le donazioni in natura è obbligatoria una dichiarazione rilasciata al donatore con l’elenco dei beni ricevuti e dei relativi valori e la dichiarazione che i beni verranno utilizzati esclusivamente per lo svolgimento dell’attività prevista da statuto e con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

 

La società che vuole sostenere un ente non profit che svolga attività di interesse generale, primi tra tutti gli enti del Terzo settore, potrebbe anche optare, per determinate categorie di beni, per la L. 166/16 così detta “Legge antisprechi”Nata per la donazione di eccedenze alimentari e medicinali e prodotti farmaceutici nel periodo dell’emergenza COVID, è stata estesa a diverse categorie di prodotti. Questo tipo di donazioni sono molto utilizzate e solitamente ripetute o continuative per quei casi in cui si abbiano spesso eccedenze in magazzino oppure la società applichi politiche di promozione del riuso e del riciclo dei prodotti e intenda contribuire alla limitazione dell’impatto negativo sull’ambiente con la propria attività produttiva. Si tratta di beni con caratteristiche tali infatti che, se non fossero oggetto di donazione, sarebbero destinati a essere distrutti o a costituire un rifiuto o scarto.

 

La lista dei prodotti che è possibile donare con la “Legge antisprechi” è lunga: prodotti alimentari invenduti idonei al consumo, prodotti agricoli e di allevamento idonei al consumo, articoli di medicazione, medicinali inutilizzati, prodotti per cura della persona e igiene, prodotti di cartoleria e cancelleria, libri e supporti, prodotti tessili, abbigliamento e arredamento, giocattoli, materiali per l’edilizia, elettrodomestici, computer e dispositivi elettronici.

 

Il vantaggio per la società che dona questi prodotti all’ente non lucrativo è che per tali beni la società può detrarre interamente l’IVA sostenuta per la loro produzione, considerandoli usciti dal ciclo aziendale.

La società deve accompagnare la donazione con un documento di trasporto per i beni e, se le singole cessioni sono superiori di valore a 15.000 Euro o se non si tratta di beni alimentari facilmente deperibili, trasmettere all’amministrazione finanziaria comunicazione mensile di riepilogo delle cessioni effettuate.

L’ente che ha ricevuto la donazione invece deve rilasciare una dichiarazione di utilizzo a fini di utilità sociale con indicazione di quanto ricevuto. In caso di cessioni continuative tale dichiarazione riepilogativa di tutte le singole cessioni, deve essere trasmessa ogni trimestre.

 

Facile farlo, inizia ora

 

Tutto chiaro? Bene, allora è il momento di fare la scelta: a chi vuole donare la tua impresa? Se vuole sostenere il territorio, ci sono le associazioni certificate Merita Fiducia, associazioni veronesi che hanno completato un percorso valutativo orientato ad analizzare la dimensione organizzativa e gestionale, favorendo la propria crescita interna e la condivisione di buone prassi nel campo della rendicontazione, della comunicazione sociale e della raccolta fondi. Le trovi qui

 

di Elena D'Alessandro - Ufficio Consulenze CSV Verona